La famiglia americana Otis acquista per una somma irrisoria un antico castello, incurante delle leggende che lo dicono infestato da uno spettro: gli Otis sono, infatti, troppo moderni e razionali per avere paura di un fantasma e possono tranquillamente conviverci, ma guai a non rispettare le basilari regole di buon vicinato e civile convivenza!
Ma se un fantasma non facesse più cigolare le sue catene, aggirandosi inquieto e rumoroso per i corridoi del suo castello, che fantasma sarebbe?
Il povero fantasma mette in opera tutte le sue astuzie, apprese in secoli di onorata carriera, senza riuscire a spaventare minimamente i suoi spavaldi co-inquilini; non gli resta così che attendere l’avverarsi di una misteriosa profezia…
Il perfetto connubio di scene esilaranti, “paurose” e poetiche unitamente all’uso delle più diverse tecniche teatrali per la caratterizzazione dei personaggi creano un ritmo incalzante e leggero che abbatte ogni barriera fra i protagonisti della storia ed il pubblico, sia esso di bambini o di adulti.

Le streghe hanno messo a punto un piano per trasformare tutti i bambini in topi, e quando si accorgono che un ragazzino di dieci anni si è intrufolato nella loro assemblea generale decidono che sarà il primo a cadere sotto il loro incantesimo. Ma il bambino/topo, per nulla turbato dalla sua nuova condizione, riuscirà, con l’aiuto della baby-sitter, a sventare il piano delle streghe e a salvare tutti i bambini.
Attraverso una recitazione ironica e dinamica, i ragazzi possono non soltanto vedere rappresentate le proprie paure, nello spettacolo raffigurate dalle streghe, ma sono anche invitati a superarle ridendoci sopra.

Lo spettacolo, ricco di momenti comici e poetici, è ambientato nella camera di Cristiano, un adulto amante della musica classica, pieno di manie e paure, ma soprattutto solo, maledettamente solo. Un giorno la sua vita viene sorpresa da un incontro, un “bambino?”. Un amico d’infanzia, con l’aspetto di un bambino, che conosce perfettamente la vita di Cristiano, il quale, però, stranamente non se lo ricorda affatto … ma soprattutto, non ricorda ciò di cui gli parla: il gioco, il non sentirsi solo, la leggerezza.
Un incontro che diventa possibilità di riabilitare gli occhi a guardare il mondo come un fanciullo, una possibilità che diventa un viaggio alla riscoperta della semplicità della bellezza, un viaggio che diventa riscoperta di sé e del proprio bambino dimenticato.

Alice, molti anni dopo aver fatto visita al paese delle meraviglie, conduce la vita di un qualunque adulto: lavora, studia, prende il tram, parla, o meglio litiga, al telefonino con vicini di casa ficcanaso e datori di lavoro opprimenti … Ma Alice resta sempre Alice! Ogni tanto, infatti, non può fare a meno di compiere l’ennesimo salto nella tana del Bianconiglio, magari trascinando con sé la bambina alla quale fa da tata che, guarda caso, si chiama anche lei Alice!
Il pubblico viene catapultato in un mondo favoloso, avventuroso, colorato, in cui non potrà essere solo spettatore, ma sarà chiamato a diventare protagonista al fianco della nostra Alice, cantando e giocando coi personaggi della storia!